Curare sacerdoti, religiosi e religiose con problemi psicopatologici gravi

1 Situazione attuale

Per i sacerdoti con “gravi turbe psichiche” ciò che si fa, risente delle diffi¬coltà di approcciare questo problema. Difficoltà legate alla complessità della malattia, alla sua difficoltà di descriverla e capirla, alla paura che se ne ha nella media della popola¬zione ed al tentativo che si fa, da parte dei pazienti, di tenere la “malattia nascosta” prima a se e poi agli altri per quanto ciò sia possibile.
2 Fenomenologia
La fenomenologia dei sacerdoti, re¬ligiosi/e affetti da disturbi psi¬chici può essere così de¬scritta:
• Sacerdoti, religiosi/e con lievi disturbi psicologici (ansiosi, depressi, ossessivi). Questi in genere affrontano il problema con la “buona volontà”. Qualcuno intraprende un la¬voro di psicoterapia indivi¬duale. Tutto è lasciato alla iniziativa personale e sogget¬tiva.
Circa questo problema, si dovrebbe facilitare la nascita e la cono-scenza di persone o centri di sana formazione umana e scientifica che prestano assistenza di psicoterapia. Il settore Religiosi della SIPI all’interno del suo servizio di psicodiagnosi e psicoterapia ha operatori preparati a fare psicoterapia per questo tipo di pazienti.
• Religiosi “non an¬ziani” con disturbi psicopato¬logici “medio gravi” (Situazioni borderline, ecc.). In un modo personale ricor¬rono fondamentalmente alla “farmacoterapia”. In rare ecce¬zioni alla psicoterapia.
In questi casi il discorso di far conoscere centri o persone che fanno psicoterapia e di cui ci si fida è di essenziale importanza, perché sono que¬ste persone che infoltiscono il numero di sacerdoti che hanno bisogno di cure intensive.
• Religiosi “non an¬ziani” con disturbi gravi (psicosi dissociative, ecc.). Questi sono pochi (uno o due per cento). Non avendo consapevolezza della propria malattia, è difficile gestirli. In genere ci si prende cura di loro quando arrecano disturbo da un punto di vista sociale. Nei momenti di crisi, si fa riferi¬mento alle strutture pubbliche con tutti i limiti legati ad esse. Si sente il bisogno di allac¬ciare con loro un “lavoro di psicoterapia a lungo termine”. Ciò non è facile perché manca in¬torno la “sensibilità e la fidu¬cia” circa una possibilità di cura per queste malattie.
3 I limiti
Sembra che la società non abbia chiaro la moltepli¬cità della interpretazione della malattia psicopatologica. Si dà per scontato quasi che “le gravi turbe psichiche” nei momenti di crisi richiedano un ricovero per la cura inten¬siva e qualche accompagna¬tore. Questa visione non tiene presente la complessità delle gravi turbe psichiche e di come “una diversa modalità di approcciarle” può aumentare o diminuire la necessità di cure intensive e di conseguenti ri-coveri.
Questo modo di fare ri¬sente del modo abituale di affrontare il problema, che credo aiuti semplicemente a ridurre il peso che porta la società per questa malattia, piuttosto che dare un aiuto concreto al malato.
Andare al di là del sem¬plice soccorso in momento di crisi o del prevenire le crisi, è qualcosa che si desidera, a cui forse non si crede e a cui non ci si sente preparati.
4 Al di là del momento di crisi
Se si vuole passare dalla semplice cura farmacologica ad una cura di “sostegno fuori crisi” bisognerebbe avere non tanto una struttura che plachi il paziente farmacologicamente, ma di una struttura che, una volta superato il momento di crisi, lo sappia seguire con una psi¬coterapia di sostegno, che eviti il “frequente ricadere in crisi acute”. Per fare questo c’è bisogno di psicoterapisti che possano seguire questi religiosi e che siano un po’ più “esperti” di come dare sostegno ai religiosi, che hanno problemi ben specifici da affrontare.
Questi terapisti devono inoltre essere raggiungibili facilmente per chi dovrebbe frequentarli almeno settimanalmente.
5 Una proposta innovativa.
Che cosa è la malattia mentale. Non sto qui a presentare le diverse teorie. Voglio solo far presente che ne esistono almeno quattro:
• La malattia mentale è frutto di uno squilibrio organico, di cui non si conosce ancora la natura. Attualmente le cure farmacologiche rendono questo inferno meno duro per chi ne è affetto e per chi è costretto a convivere con questi malati.
• b. La malattia mentale è il sintomo di un sistema familiare malato, per cui per guarirla bisogna curare il sistema familiare in cui il malato è inserito.
• La malattia mentale è una rottura del sistema di struttura della personalità individuale. In base poi, alle diverse teorie della personalità e della psicoterapia si curano queste persone.
• La malattia mentale è un misto di patologia organica, intrapsichica e interpersonale. Il malato quindi va approcciato da diverse angolazioni.
I centri che curano le “psicosi” con la psicoterapia sono pochissimi. “Curare” la psicosi è una “favola” in cui pochi credono. Altrettanto pochi sono quelli che lavorano in questo campo. Le poche esperienze suscitano un po’ di speranza.
Orientarsi in questa direzione potrebbe essere un modo di voler bene ai religiosi che sono affetti da questa malattia e nello stesso tempo una testimonianza alla società per rendere la malattia mentale un inferno più vivibile.
6 Il servizio del settore religiosi della SIPI per i sacerdoti, religiosi/e con gravi problemi psicopatologici.
La filosofia del settore religioso della SIPI è quella di dare al malato mentale la capacità di accettare la propria malattia se non la può sconfiggere. Per raggiungere questo scopo il suo servizio punta a:
• Prendere in cura il sacerdote religioso/a nel momento di crisi.
• b. Attuare un aggancio perché possa essere seguito psicoterapicamente nel proprio habitat naturale.
c. costruire un ambiente attorno al paziente che faciliti la maturazione e la salute.
7 Comunità terapeutica – Kairos ieraticòs
Per raggiungere il primo obiettivo la cooperativa gestisce una comunità terapeutica con dieci posti in cui i sacerdoti, religiosi/e possano essere ospitati nel momento di crisi. Durante la permanenza in comunità, oltre la cura farmacologica, si punterà a creare la motivazione ad un lavoro psicoterapico. Il paziente sarà dimesso quando si sarà creato un buon aggancio con uno psicoterapista che sarà il suo punto di riferimento per il futuro.
In genere si sceglierà uno psicoterapista il più possibile vicino all’area geografica in cui vive il paziente.
Il paziente, se lungo il processo di psicoterapia ha bisogno di nuovi periodi di permanenza presso la comunità residenziale, sarà seguito anche in questi momenti di crisi dal terapista che lo tiene in cura.
8 Gruppo di supervisione degli psicoterapisti.
Seguire pazienti psicotici non è facile. Forse ancora più difficile è seguire religiosi psicotici. Per questo motivo il settore religiosi della SIPI gestisce un gruppo di supervisione permanente per i terapisti che seguono i pazienti.
9 Gruppo di maturazione dei responsabili di comunità.
La malattia psichiatrica è anche aggravata dal contesto sociale in cui si vive. Per i pazienti che hanno una famiglia di origine o acquisita, in genere si effettua una psicoterapia familiare che in molte situazioni permette un facile aggancio del paziente. Il sacerdote, religioso/a non ha una famiglia a cui si può fare riferimento. La comunità spesso non è sensibile al sostegno di questi pazienti e se qualche comunità è più sensibile non ha gli strumenti adatti.
Creare all’interno delle singole diocesi o dei singoli ordini religiosi, persone capaci di sostenere i confratelli con problemi psicopatologici è lo scopo del Corso di formazione per sacerdoti e religiosi/e che si prendono cura dei confratelli e consorelle con problemi psichiatrici.