Luisa …. Una donna di 42 anni … nel tunnel della malattia mentale con la speranza realistica di uscirne

20 Luglio 2019

Lettera di una paziente psichiatrica aperta a tutti: psichiatri, genitori, pazienti, operatori, insegnanti…                   I pregiudizi uccidono. La condivisione della speranza fa ritornare in vita

Dopo una supervisione generale cui partecipano tutti i membri della comunità (pazienti, operatori, alcuni familiari, ecc.) Luisa consegna al supervisore le riflessioni che stai per leggere. Il pregiudizio difficile da scardinare è che il matto è destinato a deteriorarsi; la speranza di Luisa e della comunità in cui è inserita è una degli infiniti picconi che ci auguriamo demoliranno questo pregiudizio. 

Prossimamente pubblicheremo la lettera che Luisa sta scrivendo alla psichiatra dell’ASL competente perché avendola vista migliorata vuole farle interrompere questo cammino di speranza. Ci auguriamo che il pregiudizio non uccida la speranza .

Sono una donna di 42 anni, scrivo questa lettera per dedicarla alle persone malate mentali come me.

Parlo in nome di un’esperienza che sto vivendo personalmente in una Comunità di riabilitazione psichica di “SIPI INTEGRAZIONI” diretta dal Direttore-Supervisore Prof. Giovanni Ariano, e da tutta l’equipe: Dr. Tommaso Biccardi, Dr. Fernando Del Prete e dal Direttore Dr. Nunzio Mauro. Vivo nella residenza dal 10 Ottobre 2017. Essa è denominata “KAIROS” che in greco significa “tempo opportuno” per non perdere la speranza, ma guardare ad una prospettiva di vita migliore e guarire dalla malattia mentale.

Vivo in questa residenza da un anno e mezzo, facendo un’esperienza di comunità con altri pazienti sofferenti della malattia.

Il mio problema psichico inizia a 18 anni con una grave crisi, infatti il mio corpo e la mia mente si bloccarono. Fui ricoverata al “Centro Praxis”, sostenuta e curata dal Prof. Puoti ottenendo buoni risultati. Infatti a 24 anni mi iscrissi alla facoltà di “Scienze del Servizio Sociale” completando i miei studi anche con la laurea Magistrale in “Scienze Sociali e Politiche Sociali”.

Trascorsi anni sereni. Dopo gli studi incominciai ad avere crisi più frequenti senza capire il problema principale di cui ero soggetta.

In questa Comunità sono seguita da tanti esperti in materia, infatti dal primo incontro e colloquio si è parlato di guarigione e definizione chiara dei miei problemi psichici.

Il mio cammino è stato faticoso, doloroso e spinoso, ma sono contenta perché sto vedendo tante cose di me che all’inizio mi facevano paura, ora le sto affrontando con calma senza timore. Sono ad un buon punto, e il mio desiderio è uscire dalla malattia completamente ed avere una vita normale ed affrontarla in modo giusto ed equilibrato, con tutte le sfaccettature positive e negative.

Inoltre sono seguita periodicamente dalla Psicoterapeuta Dott.ssa Luisa Ariano, che mi ha dato speranza fin dal principio; infatti ha creduto sempre in me, nelle mie potenzialità e capacità. Svolgo due volte alla  settimana la terapia individuale e una volta alla settimana la terapia familiare.

In questo percorso sono sostenuta molto dalla mia famiglia, portando buoni risultati. Essa ora vede tanti cambiamenti; in passato infatti non credeva in me, mi hanno sempre trattata male, soprattutto mio fratello.

Il problema principale era mia madre, malata mentale, ed io ho pagato le conseguenze fin da piccola, arrivando alla maggior età con tanti disturbi.

Il metodo utilizzato è basato molto sulla psicoterapia. In passato sono stata curata con molti farmaci ed avevo sempre crisi e ricoveri vari; oggi in questa comunità sono cambiata molto e sto arrivando a conoscere me stessa e sto credendo di più in me. Le crisi non ci sono state più. Ho quasi raggiunto un equilibrio con mio fratello che mi riteneva una malata a vita e non credeva nelle mie capacità. Questo è dovuto anche grazie al lavoro con la Dr.ssa Luisa che mi sta aiutando a capire meglio mio fratello.

Il mio carattere è forte e non mi sono mai arresa, ho sempre creduto di uscire dalla malattia un giorno e di risolvere i miei problemi. Questo è il lavoro per cui sto portando buoni risultati. Mi sono messa in  discussione con un grande coraggio che non credevo di avere, vedo la mia vita con una luce diversa prospettando un futuro migliore. I medici dell’ASL mi avevano diagnosticato l’inguaribilità della malattia, avevo molto paura del mio domani. Crescevo con l’età ma in fondo in fondo ero e vivevo come una bambina.

Oggi posso dire che sono arrivata a metà traguardo, e sono molto orgogliosa di me stessa, poiché ho capito come gestire la mia vita e le emozioni che provo nelle difficoltà.

La Comunità, inoltre, è costituita da operatori specializzati nel campo, ci seguono con attenzione e sono un grande punto di riferimento per ciascuno di noi. Siamo 20 ospiti, e ognuno è seguito da un terapista individuale, ed è inserito in un programma lavorativo, che permette di fare esperienza, per affacciarsi ad un lavoro futuro.  Infatti, sono inserita nel Bar della struttura ed in cucina centrale ed infine collaboro con l’assistente sociale Dr.ssa Sara Panettieri.

Sono molto contenta, sto imparando tanto e sto facendo una bella esperienza, infatti definisco la struttura come una scuola di crescita per imparare ad apprendere come comportarci con la realtà esterna.

Oggi mi sto rendendo conto che viviamo in una società malata, infatti la malattia mentale colpisce molti giovani adolescenti perché i genitori sono molto assenti con i figli. Infatti, nella maggior parte dei casi i genitori non sanno mettere regole giuste e non si rendono conto dei loro sbagli, e di conseguenza i figli pagano, perché alle volte gli stessi genitori sono ritenuti dei “bambini irresponsabili”.

In questa comunità si lavora anche con le famiglie a trecentosessanta gradi: vedere delle cose spaventa sia il figlio che il genitore, ma in questo modo si cresce entrambi e bisogna educare anche i genitori per i loro sbagli o mancanze. Inoltre, manca un dialogo e un rapporto di comunicazione di relazione e di crescita in famiglia.

E’ un lavoro che aiuta molto la famiglia a capire i disagi che hanno condotto il figlio ad ammalarsi e può sostenerla per gli errori commessi. A volte la psicoterapia familiare è dura perché vengono fuori delle grandi verità che fanno male.

L’esperienza che sto vivendo è veramente positiva e i medici sono molto contenti di come sto camminando per poter raggiungere il mio traguardo che è la guarigione.

                                                                                                                                                                                                 Luisa